Si dava da fare per prima quando stava per arrivare la nave. Sempre pronta a prendere la cima lanciata dal traghetto, o davanti sulla barca che andava da un pontile all’altro, anche con il mare mosso. Non portava il casco protettivo, non ne aveva bisogno. Aveva sei anni, era il più piccolo ormeggiatore d’ Italia. Era un cane che faceva le cose che fanno gli uomini. Le aveva imparate dagli ormeggiatori che non le avevano nascosto niente del mestiere. L’altra sera «Tora» è morta lì, sulla banchina del porto. Fra dieci giorni avrebbe dato alla luce i cuccioli.
Forse l’ha uccisa il morso terribile di una zecca. O magari una zanzara, la cui puntura può essere stata mortale per «Tora» che soffriva di una forma di anemia che si era aggravata nel periodo della gravidanza, le stavano addosso gli ormeggiatori, specie quelli più giovani che non le facevano mancare niente. L’avevano trovata lì, vicino al «gabbiotto» del porto, proveniva da una cucciolata e, per un destino che unisce uomini e animali, lei — unica femmina — era rimasta in porto. L’avevano adottata gli ormeggiatori turritani. Coccolata e istruita a fare cose che, qualche volta, gli esseri umani non riescono. I cani meticci spesso brillano per intelligenza, capacità di apprendimento, affetto nei confronti di coloro che stanno loro intorno. «Tora» — che poi stava per «Ormeggia…Tora» — era così. La trovavi sempre al lavoro, anche al turno di notte, quando gli altri cani se ne stanno tranquillamente a dormire. Non aveva bisogno di segnare la presenza, non aveva uno stipendio, le bastava stare lì con i suoi ormeggiatori. E quel lavoro le aveva procurato una certa notorietà: dopo un pò si erano mosse anche le telecamere della Rai e persino quelle di una televisione tedesca. Sembrava se ne fosse accorta quel giorno, se n’era andata via scodinzolando. Sono un pò tristi gli ormeggiatori. L’ hanno assistita fino alla fine «Tora». Quando l’ hanno vista accasciarsi in banchina, uno di loro l’ ha messa in macchina ed è corso dal veterinario. Purtroppo non c’era più niente da fare. Era in maternità, da qualche tempo le impedivano di lavorare, anche se lei ci provava. Non era solo un cane, come si dice. Era come «Argo», quel pastore tedesco che 23 anni fà attraccava, anche lui, le navi. E la gente se lo ricorda ancora. Sarà così anche per «Tora»
tratto da: “La Nuova Sardegna”